La broncopneumologia è la branca della medicina che studia le malattie dell’apparato respiratorio.
Le vie respiratorie e i polmoni sono bersaglio di malattie provocate da batteri, virus e sostanze tossiche – come gas e polveri – che possono penetrare con facilità nell’apparato respiratorio insieme all’aria inspirata. Le complicazioni possono essere:
- il raffreddore,
- la sinusite,
- l’influenza,
- la faringite,
- la laringite,
- l’asma,
- la tosse,
- la pertosse
- la bronchite,
- la polmonite,
- la broncopolmonite,
- la tubercolosi,
- la pleurite,
- lo pneumotorace,
- l’enfisema,
- l’insufficienza respiratoria,
- l’ostruzione nasale da corpi estranei,
- il tumore al polmone
Tra gli esami più effettuati c’è la Spirometria.
La spirometria è l’esame della funzione respiratoria più diffuso e comune, e serve a misurare la funzione dei polmoni, in particolare il volume e/o la velocità con cui l’aria può essere inspirata o espirata da un soggetto. La spirometria si esegue con l’ausilio di uno strumento – chiamato spirometro – ed è semplice, non fastidiosa e richiede solo una modesta collaborazione da parte del paziente che deve eseguire le manovre respiratorie mentre è collegato con la bocca allo spirometro. Con la spirometria ci sono quattro diagnosi: quadro normale, quadro ostruttivo, quadro restrittivo e quadro misto (ostruttivo e restrittivo). Ciascun quadro è poi classificato in lieve, moderato, grave o molto grave. Quindi l’esame è utile per individuare l’asma bronchiale, la fibrosi polmonare, la fibrosi cistica e la broncopneumopatia cronica ostruttiva, e il risultato viene valutato dal medico insieme ai dati alla visita, al racconto del paziente e ad altre eventuali indagini.